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Viaggio "la tre giorni 2023" - Il primo giorno.

Sono già passati parecchi mesi, ma come ogni padre di famiglia che si rispetti, solo ora trovo il tempo di scrivere e commentare il primo moto-giro di oltre ventiquattro ore che abbiamo intrapreso quest'estate, più precisamente nel mese di Giugno. Questa prima esperienza è stata semplicemente rinominata come "La tre giorni" in riferimento al fatto che (previo permesso scritto e firmato delle relative consorti) abbiamo ottenuto di poter star fuori in tenda per ben tre giorni (e due notti, badate bene). Direte voi, "embhè?", credetemi, con il secondo figlio in arrivo e uno già pieno di energie non è una conquista per nulla scontata. Dapprima abbiamo provveduto ad effettuare un meticoloso inventario di ciò che ci sarebbe potuto servire a cominciare da:

- Borsone posteriore impermeabile del tipo OSAH Drypak (reperibile su Amazon, per quanto mi riguarda  è stata la scelta migliore, ha protetto i miei panni in modo impeccabile e si è rivelato di fondamentale importanza per quello che sarà poi l'ultimo giorno dove ci attendeva un bel po' d'acqua)

- Set Gopro / Insta360 X3 con relativi Kit di fissaggio alla moto e al casco.

- Microfono RODE Wireless GO II

- Schede di memoria

- Kit riparazione gomme GIVI

- Bloccadisco/Lucchetto da moto REAPP (disponibile su Amazon)

- Materasso gonfiabile portatile del tipo UNIGEAR  (reperibile su Amazon) e relativo Sacco a Pelo

- Tenda

- Borsa  da serbatoio per gli oggetti personali del tipo Dracarys da 4 L (reperibile su Amazon)

Il rendez-vous con  Francesco è avvenuto nei pressi di Piacenza, sede di incontro pre-partenza e scambio dei saluti. Il tragitto, già precedentemente pianificato, prevedeva l'imbocco della autostrada da Piacenza fino a Ovada (tramite A7) e da li la strada normale passando per Acqui Terme, Spigno Monferrato e Cairo Montenotte, per poi ricongiungersi con la E 80 nei pressi di Savona. Da qui tratto autostradale fino a Ventimiglia con successiva uscita dal casello e prosecuzione tramite la litoranea, fino a superare il confine con la Francia nella cittadina di Menton.

Siamo partiti carichi di aspettative (d'altronde perché non avremmo dovuto, aspettavamo questo momento da quasi un anno) e devo dire che non sono state affatto deluse. A parte i necessari tratti autostradali, che possono risultare ai più, noiosi, perdersi nei monti tra Piemonte e Liguria ha un certo fascino e anche il bivacco che abbiamo creato per la sosta pranzo, se contestualizzato nello spirito del viaggio aveva un suo perché. A parte quest'ultima sosta però, il primo giorno lo abbiamo passato prevalentemente a "mordere l'asfalto", non abbiamo fatto grosse soste ad apprezzare i paesi che attraversavamo, no, abbiamo tirato dritto verso la nostra destinazione. Mi piace pensare che tutti quei kilometri in sella (che la sera si sarebbero poi fatti sentire) siano serviti ad operare, nella nostra testa,  una sorta di graduale adattamento, un adattamento nel quale abbiamo riscoperto il nostro "io" più "naive". Mano a mano che procedevamo lungo la strada, diventavamo gradualmente più capaci di apprezzare ogni singolo spiraglio di libertà, stavamo tornando ragazzini e ancora non ce ne eravamo accorti...

L'arrivo a Menton è avvenuto attorno alle 17.00, abbiamo trovato un posto dove piantare la tenda presso il Camping Parc Saint Michel, sulle colline intorno al paese. Il luogo è un po' remoto e per raggiungere la cittadina è necessario fare a piedi un percorso abbastanza lungo e con una scalinata piuttosto ripida. Diciamo un percorso che è meglio intraprendere se si è giovani e in forma. In alternativa si potrebbe optare per scendere con il mezzo (auto o moto). Tuttavia per quanto ci riguardava avevamo "cavalcato" un bel pò per il primo giorno e due passi non ci dispiacevano affatto.

La spiaggia, prevalentemente costituita di ciottoli, ospitava gruppi di ragazzi intenti ad attendere le stelle e coppie, intente a fissare l'orizzonte. Il mare era calmo, il tutto lasciava trasparire una certa serenità. Abbiamo deciso di cercare un posto dove mangiare qualcosa, che fosse a buon mercato ma allo stesso tempo di buona qualità. La ricerca non è stata facile, ovviamente come ci si può aspettare, queste località di mare hanno prezzi maggiori rispetto ad altre, tuttavia alla fine la nostra scelta è caduta su una pizzeria, "Chef Ziolo", nei pressi dei giardini pubblici, che ci sentiamo di consigliare, sia per la pizza che per i prezzi.

Al termine della cena, è stata d'obbligo una sosta alla spiaggia, giusto quell'oretta utile a favorire la digestione e il rilassamento. Sapevamo che il secondo giorno era alle porte e sarebbe presto venuto il momento di andare a dormire... (continua)


















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